Quando si affitta per pochi giorni o settimane, può sembrare che tutto rientri nel “turistico”. Ma in realtà non è sempre così. La durata non basta a definire il tipo di contratto. Conta il motivo per cui l’inquilino occupa l’immobile.
In questa guida chiara e diretta proviamo a sciogliere un dubbio comune: quando si può usare il contratto a uso turistico e quando invece serve un contratto abitativo? La differenza è importante, perché se sbagli forma contrattuale rischi contestazioni o sanzioni.
Si parla di contratto turistico quando si affitta un immobile per un periodo breve e per finalità di vacanza, svago o permanenza occasionale. Nessuna motivazione lavorativa, scolastica o sanitaria. È un uso temporaneo e del tutto saltuario dell’alloggio.
Non è una struttura ricettiva, quindi il locatore non può offrire servizi come la colazione, la pulizia giornaliera o il cambio lenzuola. L’accordo è solo per l’uso dell’abitazione, senza servizi accessori.
Hai dubbi su quale contratto usare? Qui trovi una guida semplice ai vari tipi di contratto.
Attenzione: non basta che la locazione duri pochi giorni per essere definita "turistica". Se l’ospite si trasferisce per motivi di lavoro o studio, anche per due settimane, allora serve un contratto abitativo transitorio.
Al contrario, una locazione per vacanza può durare anche 40 giorni o tutta la stagione estiva o invernale. In questi casi rientra nel contratto turistico, ma va registrata presso l’Agenzia delle Entrate (obbligatorio oltre i 30 giorni).
Qui le indicazioni sulla registrazione dei contratti
Ecco la differenza principale: nel contratto abitativo l’inquilino usa l’immobile come abitazione (anche temporanea). Nel contratto turistico no.
Con il contratto abitativo (4+4, 3+2 o transitorio):
Con il contratto turistico:
Anche se si tratta di un contratto più semplice (verbale e inferiore ai 30 giorni), ci sono comunque regole da seguire. Devi comunicare alla Questura i dati degli ospiti entro 24 ore dall’arrivo. La procedura si fa online sul portale ufficiale della Polizia:
- Vai al portale Alloggiati Web
In alcune Regioni e Comuni serve anche il CIN. Informati sempre presso il tuo Comune: ogni territorio può avere regolamenti specifici.
Se l’affitto dura meno di 30 giorni, non sei obbligato a mettere tutto per iscritto. Ma farlo è altamente consigliato. Un contratto scritto aiuta a chiarire tutto da subito e protegge sia te che l’inquilino.
Nel contratto turistico vanno indicati:
E prima di affittare, se vuoi andare sul sicuro, puoi verificare l’affidabilità dell’inquilino
Se usi un contratto turistico ma in realtà l’ospite ci vive, potresti trovarti in una situazione spiacevole. Il contratto può essere considerato nullo. E l’inquilino potrebbe far valere i suoi diritti come se fosse un affitto abitativo 4+4. Compreso il diritto a restare nell’immobile.
Lo stesso vale se sei l’inquilino: accettare un contratto turistico senza sapere cosa comporta significa rinunciare a molte tutele previste dalla legge.
Usalo quando:
Evitalo quando:
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